Palazzo Vico: presto svelati i segreti nascosti nel sottosuolo

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Da molti mesi il Comune sta realizzando scavi e mappatura delle fondamenta, ora è il momento di procedere.

“Sarò presuntuoso – ha esordito il sindaco Marini - ma in questo ultimo anno di amministrazione stiamo presentando ottimi lavori e lascio la parola ai tecnici che presenteranno le novità”.

“Grazie al Plus renderemo bellissima questa parte della città – ha spiegato l’assessore Muroni -. Stavolta si tratta di un restauro di un palazzo per un importo di gara da 600mila euro, si ricostruiranno parti di palazzo andati coperti e vecchi percorsi pedonali che collegheranno via Sant'Antonio a via dei Pellegrini e quindi piazza del Gesù”.

 

La parte tecnica è stata illustrata dall’architetto Gai: “Questo è un progetto integrante che legherà l'ascensore di Valle Faul con tre piazze del centro storico. Analizzando con gli scanner e grazie agli scavi abbiano riscontrato come il palazzo abbia cavità sotterranee che arrivano fino piazza del Gesù. Gran parte di queste cavità sono andate perse, o almeno coperte, nel 1600 con le ristrutturazioni e le demolizioni che hanno visto protagonista la città. Nel cortile abbiamo ritrovato una fontana a fuso, un arco monumentale, un loggiato ligneo e un rifugio antiaereo perfettamente conservato. Ora i lavori permetteranno di riportati alla luce”.

Un progetto portato avanti passo passo con la Sovrintendenza, come sottolineato dall’ingegner Dello Vicario: “Abbiamo lavorato congiuntamente, portando alla luce reperti, e riuscendo a definire la geometria storica della vecchia piazza, di cui ora non c’è più traccia. Non si tratta solo di valorizzare il palazzo comunale, ma anche un’importante opera di recupero storico. L’obiettivo finale è la fruizione dell'area, attraverso una gara che punterà soprattutto sulla qualità. Il bando prevede infatti dei punti per le ditte che prevederanno la valorizzazione della zona delle cantine. Sempre con la Sovrintendenza abbiamo pensato, per il futuro, allo sviluppo della Viterbo sotterranea”.

Teresa Pierini

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