Il primo successo non si scorda mai: Anna Tatangelo si racconta

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E’ bastato sedersi nella poltrona bianca per farsi portare dai ricordi, dai primi passi su un palco: Anna guarda verso il pubblico che la sta salutando e riconosce Paolo Moricoli, padre “putativo” di quel Minifestival che la vide vincitrice alla tenera età di 13 anni. Immediato lo slancio con cui Paolo si è lanciato a riabbracciare una delle giovani ugole diventata più famosa ed entrata da protagonista nel mondo della musica leggera. Un gesto che ha messo da subito in evidenza quanto Anna possa essere diversa da come viene da più parti dipinta. Non basta: il secondo amarcord in salsa gialloblù è tutta una sua confessione “A questo punto mica avrete portato qui pure Federico, il mio primo fidanzatino?” si è chiesta guardandosi attorno. Niente, stavolta nessun abbraccio, Federico, al tempo quindicenne vicino di casa di Moricoli, fu veramente il primo filarino e in molti ricordano viaggi verso Sora per far incontrare i due piccioncini. Sono però passati una quindicina di anni e il baldo viterbese, felice al fianco di una nuova fidanzata, ha evitato imbarazzi, e magari qualche muso di troppo in casa.

Rimane quindi questa immagine poetica di un ragazzino innamorato, che ha fatto battere il cuore della giovanissima cantante molto prima di Gigi D’Alessio.

Dopo le sorprese viterbesi si passa alla conoscenza di Anna, che si racconta senza alcuna remore, squarciando senza alcun problema il più classico dei veli che divide cantante e pubblico.

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Signorini ricorda come fosse molto più vecchia allora e come sia giovanissima adesso, commento confermato dalla stessa Tatangelo: “Sicuramente il passaggio da bimba a donna è stato difficile, poi sono diventata mamma e mi sono potuta permettere di tornare bambina, sorridendo con mio figlio, è stato lui a farmi uscire dall’insicurezza, a farmi scoprire il gusto di essere bimba vicino a lui. Non ho avuto un’infanzia facilissima, a 11 anni saltavo scuola per andare a vendere al mercato con i miei genitori – ha confessato – molto rigidi, ora con mio figlio faccio quello che non feci al tempo”.

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Mulè le chiede del rapporto con Gigi D’Alessio, del complicato impatto con una famiglia così rigida. “Con mio padre è stato più facile, lo conosceva perché lavoravamo insieme e mi ha detto da subito che mi sarebbe stato vicino comunque – ha ammesso Anna -, con mamma è stato più difficile, sottolineò subito che non andava proprio bene ed era spaventata per me”.

Poi la televisione, con Signorini e Mulè che sottolineano quanto sia un mondo finto e difficile, e peggio quello della discografia, dove… volano coltelli! “Ogni cosa che fai sei criticata – ha aggiunto la cantante – come quando feci il giudice a XFactor, e fu difficilissimo mostrare quello che sono, specie all’inizio, perché non guardavano quello che avevo fatto ma giudicavano senza sapere. Stessi problemi con Muchacha, scritta da Kekko dei Modà: appena l’ho sentita gli ho detto ‘sei sicuro che mi vuoi far cantare sono una muchacha troppo sexy?’, ma se non lo faccio ora quando lo faccio? Ovvio che se lo avesse fatto Arisa tutti avrebbero trovato ironia, per me no, ovvio! Su tante critiche ho sofferto, all’inizio rimanevo male, volevo ribattere ad ogni frase, e facevo peggio; ora ho imparato e capisco che non bisogna dare soddisfazione. Mi sfogo con i social, tanto ho notato che ogni cosa che scrivo amplifica, porterà pure critiche, ma si cresce. E mica si può piacere a tutti!”.

Progetti futuri? Anna Tatangelo sta preparando il nuovo disco e uno dei brani potrebbe sbarcare a Sanremo, mentre dopo l’esperienza positiva di Questi siamo noi, nascerà a breve un nuovo prodotto televisivo.

Un ritratto sincero, dove un’artista si svela al pubblico viterbese, senza pretendere messaggi speciali, solo una cantante che si mette seduta e si racconta, nessuna dietrologia, nessuna ambizione di insegnare nulla.

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Le ultime parole sono quelle di Giorgio Mulè, direttore di Panorama, per quattro giorni viterbese d’adozione. “Grande rispetto per questi luoghi, dove purtroppo non ci si rende conto nemmeno del grande tesoro, alla portata di tutti, che tante persone da fuori non conoscono. Speriamo di aver aiutato parlando sulle nostre pagine di Viterbo per tre settimane, e continueremo di certo. La Tuscia deve mettere a reddito tanta bellezza, rivitalizzare un centro storico morto, o al massimo in coma, portare i turisti e farli fermare qui, anche se in centro praticamente non c’è un albergo, sfruttare le terme che ho trovato bellissime e storie uniche come quella della nascita del conclave e dei vostri quattro papi. Vi ringrazio per la speciale accoglienza, spero che abbiate gradito la nostra presenza qui come abbiamo gradito noi stare in vostra compagnia”.

La carovana di Panorama riparte, verso la Sicilia, Viterbo a costo zero ha avuto una vetrina nazionale importante, che ora non andrà fatta cadere nel vuoto.

Teresa Pierini

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