VITERBO – Inaugurata la mostra Sacro & Profano, con visita delle prime due location: palazzo dei priori e la chiesa di San Silvestro.
Parte così una delle mostre più sofferte, che ha visto al centro delle polemiche il viaggio annunciato e poi non autorizzato dei due capolavori di Sebastiano del Piombo, che rimasti a casa sono ora parte integrante della mostra, all’interno del Museo civico, visitabile gratuitamente fino al 6 gennaio.
Taglio del nastro d’ordinanza, dopo un’esibizione bandistica in piazza e parola ad Andrea Alessi, curatore dell’esposizione che si sviluppa in sei luoghi, fino a San Martino al Cimino.
“Qui a Palazzo dei Priori, cappella Palatina, il sacro è rappresentato da l’Incredulità di San Tommaso di Salvator Rosa, e da la Visitazione di Maria ad Elisabetta di Bartolomeo Cavarozzi e la morte di Santa Maria egiziaca di Marco Benefial, il profano è invece rappresentato da Ercole e Onfale di Romanelli e il Sacrificio di Polissena di Domenico Corvi, esposte nella sala della carrozza.
Le opere sono tutti tesori della città – ha spiegato il curatore Andrea Alessi – normalmente esposte tra il museo civico e il palazzo comunale, dove dominata la Visitazione di scuola caravaggesca, un quadro di grandissimo valore, come tutto il resto, in risposta a chi diceva che la mostra aveva perso di valore. È un’operazione di rivalutazione del territorio a chilometri zero. Un’operazione di riqualificazione del nostro patrimonio storico-artistico che si pone in netta controtendenza rispetto al circuito delle cosiddette grandi mostre che oggi si realizzano in Italia e all’estero”.
Alla presenza della autorità, tra cui l’onorevole Fioroni, Alessi ha spiegato le opere, difendendo le scelte compiute, e ha accompagnato il gruppo ad ammirare i 14 strappi del palazzo Spreca. “Un allestimento che le valorizza rispetto alla prima uscita – ha precisato il curatore - realizzata dopo l’operazione che ne ha bloccato la vendita illegale. Sono inserite nello stesso contesto del palazzo, alla stessa altezza, perché così vanno ammirate. Purtroppo sono 14 e ne mancano 3, mai ritrovate, e dove ci sono i vuoti sarebbe state le mancanti. Così si ricostruire la sala del palazzo e si possono gustare come se fossimo li”.
Gli affreschi "strappati" dalle decorazioni di Palazzo Spreca sono ancora intatti, con tanto di spessore ad intonaco e fori per inserirli altrove, furono rintracciati grazie alla documentazione fotografica che individuava esattamente il luogo di provenienza. Tornati come bene culturale della città, dopo la prima esposizione tornano fruibili ed ammirabili.
All'inaugurazione era assente la compagine di Viva Viterbo, in precedenza critici al prestito del Sebastiano, ma forse non ancora soddisfatti.
La mostra, divisa tra palazzo dei priori, chiesa di San Silvestro (piazza del Gesù), museo del colle del Duomo, museo dell’Abate a San Martino, museo civico e chiesa del Gonfalone proseguirà fino al 31 gennaio 2015.
Teresa Pierini