VITERBO - Fiore del Cielo, l'ultima macchina di Santa Rosa, ideata dall'architetto Arturo Vittori, sembrerebbe sempre più vicina al viaggio verso Milano, destinazione Expo.
Un progetto di cui si parla da tempo, soprattutto grazie all'impegno di alcuni cittadini che, in eventuale assenza di fondi da parte dell'amministrazione, stanno lavorando da mesi per organizzare l'esposizione e dare la giusta immagine alla tradizione più sentita a Viterbo. Ma come spesso accade, sembrerebbe che l'idea sia stata fatta propria dall'amministrazione che sta valutando altre vie.
Il dubbio nasce da una nostra intervista ad Arturo Vittori, la prima persona che abbiamo pensato di contattare per conoscere eventuali dettagli, essendo fine febbraio e con l'Expo al via da maggio. Dallo stesso ideatore abbiamo avuto la conferma che Fiore del Cielo andrà a Milano, ma anche sentore di tantissimi dubbi in merito.
La notizia intanto: "Se mi chiede se Fiore del Cielo andrà all'Expo - ha risposto Vittori - le rispondo che è quello che mi hanno detto, almeno questa sembrerebbe l'intenzione. Sono stato coinvolto dal punto di vista tecnico, esclusivamente per vagliare eventuali modifiche sulla Macchina, ad esempio di colore, sempre se ci saranno fondi a disposizione, per renderla più adatta a quella che dovrebbe essere un'esposizione statica, permanente e lunga sei mesi, completamente diversa dal concetto di Trasporto del 3 settembre, ovviamente, e per questo sulla sua eventuale configurazione come opera d'arte".
Da Palazzo dei priori qualcuno sta quindi lavorando sull'esposizione della Macchina, che dovrebbe rappresentare il Lazio, in un viale specifico dedicato alle opere d'arte italiane, tutte di grandissimo impatto fisico ed emotivo, grandi sculture soprattutto.
Fiore del Cielo non è una scultura, è un'opera d'arte ma non certo una scultura, e fondamentale diventa l'allestimento, che non è stato richiesto all'architetto Vittori. "Il mio unico desiderio è che venga esposta nel migliore dei modi, perché essendo un'opera molto particolare rischia di essere poco comprensibile. Expo2015 è un grande polo d'attrazione per tutti, non solo per Viterbo, chiunque farà il massimo per mettersi in evidenza. Per questo motivo è fondamentale la parte comunicativa di questo progetto - prosegue Vittori - e l'allestimento. Non scordiamoci che il Trasporto dallo scorso anno, e la prima fu proprio Fiore del Cielo, ha avuto il riconoscimento Unesco, abbiamo un'occasione d'oro, non sprechiamola".
La sensazione di isolamento provata da Vittori non va sottovalutata, perché in caso di errore sarebbe controproducente per la città, la tua tradizione, lo sforzo che ogni 3 settembre viene compiuto dai Facchini, l'enorme fede dei viterbesi per la piccola Rosa. Variabili che vanno tutte considerate per non compiere errori imperdonabili, per il solo gusto di mettersi in evidenza in una vetrina internazionale.
"Va trovata la contestualizzazione più giusta - prosegue l'architetto - che tenga conto della parte istituzionale, religiosa e tradizionale. Va discusso da subito come esporre Fiore del cielo in modo adeguato, serve qualcuno che conosca perfettamente il progetto e possa difenderlo. Chi meglio dell'ideatore può veicolare il giusto messaggio? E se non sono io, che sia qualcuno all'altezza, perché non posso di certo essere quello che sceglie solo il colore per adattarlo alla visione di giorno rispetto alla notte, come avviene per le strade della città nel Trasporto! Non ho problemi a cedere il passo, ma prima mi devono dimostrare che io sono inadeguato oppure che la persona scelta ne sappia più di me!"
Un paio di mesi di lavoro, pochi pochissimi, per dare la giusta immagine ad una tradizione che è stata iscritta Patrimonio immateriale Unesco, e che potrebbe non essere comunicata al meglio, magari dispersa tra opere d'arte capaci di impatto emotivo immediato. Da qui nasce la preoccupazione di Vittori, condivisibile: la Macchina non è un campanile fermo, è una manifestazione coinvolgente ed emozionante che si vive e ammira pienamente soprattutto di persona, presentarla in modo inadeguato sarebbe un danno d'immagine enorme. Inoltre Fiore del Cielo è una creazione che ha una primogenitura, quella di Arturo Vittori, che l'architetto deve e vuole difendere ad ogni costo. Da non sottovalutare nemmeno il curriculum internazionale, la sua esperienza all'estero e la sua professionalità. Non ultimo un cognome importante, quello di una famiglia di Bomarzo che ha portato il suo nome nel mondo e anche nello spazio, complice il fratello astronauta Roberto.
Tante fratture si sono create in questa città nel nome di Santa Rosa, troppe, evitiamo, se fosse ancora possibile, che Arturo Vittori si trovi a vedere la "sua" Fiore del cielo all'Expo come un comune cittadino.
Teresa Pierini