VITERBO - Un grant da 1,8 milioni di Euro. È stata annunciata questa mattina l'inclusione del progetto EU Collective Plays!, progetto internazionale che vede capofila il Teatro Stabile delle Arti Medioevali, l’organismo che organizza il Festival Quartieri dell’Arte diretto da Gian Maria Cervo, tra le iniziative co-finanziate dall'Unione Europea nell'ambito del programma Creative Europe. Solo un annuncio, il programma e le azioni saranno presentati dopo che l’organismo viterbese avrà compiuto i passaggi di rito con l’Unione Europea e con i suoi partner in “EU Collective Plays!”.
“Un progetto di scrittura collettiva che ragiona su strategie polivocali – ha detto il direttore Cervo – che sono certo avrà un impatto notevole sulla comunità teatrale europea. Abbiamo raccolto intorno a Eu Collective Plays! alcune punte di diamante del panorama continentale”."Purtroppo il Comune non è n questo progetto - ha scherzato l'assessore Delli Iaconi - ma è un onore ospitare la conferenza confermando la qualità dei progetti di Quartieri dell'arte". Testimonianza di stima anche da Mario Brutti, presidente della Fondazione Carivit: "Per un progetto che mostra la sostanza al concetto di internazionalizzazione a cui tutti dovrebbero aprirsi, convergendo su progetti comuni".
Da Malta al Montenegro, dalla Norvegia alla Spagna sono 7, infatti, i partner internazionali dell’ente organizzatore di Quartieri dell’Arte in questo progetto: la Fura dels Baus, una delle maggiori realtà della ricerca teatrale a livello mondiale (basti pensare che è loro la regia della cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Barcellona nel 1992); Collage Arts, organismo che a Londra organizza spazi e progetti multidisciplinari per artisti presso quel conglomerato di studi che si chiama Chocolate Factory; la KHIO, prestigiosa Università delle arti di Oslo avanzatissima nella sperimentazione di pratiche postdrammatiche e polivocali; Forteresse realtà teatrale emergente belga; La Gramigna associazione che costituisce un’eccellenza nella creazione di workshop e workshows; la Fondazione maltese per la promozione dell’inclusione sociale “perché la scrittura polivocale fondendo prospettive è costitutivamente inclusiva” e è molto più vicina alla nostra esperienza di cittadini globali e europei; il Teatro Reale di Zetski Dom di Cetinje, il più antico teatro pubblico del Montenegro. Partner molto diversi tra loro per gestire un progetto molto articolato.
“Il progetto – ha spiegato ancora Cervo – non si limita ad affiancare alcune prospettive nazionali, ma le fa interagire e integrare in una strategia che mette i partner orizzontalmente di fronte alle scelte da intraprendere”. Si tratta di un importante successo internazionale per l’ente che organizza il Festival viterbese che si somma a quelli raccolti in questi ultimi mesi. Dal rinnovo per il 4° anno consecutivo della messa in scena di Call me God, spettacolo coprodotto da QdA nel 2012 al Residenz Teatre di Monaco di Baviera, alla selezione di uno spettacolo del regista Carles Fernandez Giua, lanciato in Italia da Quartieri dell’Arte, al F.I.N.D. Festival alla Schaubühne di Berlino, fino alle recensioni del Festival che ogni anno provengono da tutto il mondo.
“Questo progetto – ha poi aggiunto Cervo rivolgendosi alle realtà culturali e alle istituzioni – deve essere colto come una opportunità. Serve un’azione di responsabilità perché bisogna cogliere l’occasione di grande crescita che il territorio ha di fronte”. Cervo ha infine annunciato la volontà di realizzare una rievocazione in chiave post-moderna della grande processione del Corpus Domini del 1462. Una processione che cambiò letteralmente il volto a Viterbo e che sarà ripercorsa durante il prossimo Festival. “Per fare azioni che anche oggi cambino il volto della Città, è necessaria una forte coesione tra QdA, altri soggetti privati che agiscono sul territorio e istituzioni del territorio che devono assumersi precise responsabilità in merito al progresso della Tuscia viterbese”.