ROMA - È stata inaugurata lo scorso 18 aprile e rimarrà aperta fino al 9 maggio 2015, la mostra dal titolo “L’Italia brucia” di Vito Bongiorno presso la Galleria Santandrea Arte Contemporanea di Roma, in via Rieti, 23, zona Piazza Fiume, con orario 10-19 esclusi festivi e lunedì mattina.
L’artista siciliano, nato ad Alcamo nel 1963, romano di adozione, ha un legame fortissimo con la Tuscia, in quanto per molti anni è vissuto e ha lavorato a Tarquinia, dove ha affinato le sue qualità artistiche, nella perenne ricerca della sintesi pittorica.
“Il carbone – scrive Lori Adragna in una nota critica alla mostra – elemento primigenio della terra, per l’artista esprime il malessere, la spaccatura, l’amarezza, l’inquinamento. È un campanello d’allarme sul futuro del nostro paese minacciato dalla crisi economica, politica, sociale e culturale e dal degrado ambientale. L’installazione interamente di carbone sul pavimento della galleria e che dà il titolo alla mostra, introduce la connessione con le opere realizzate appositamente per questo evento. Sulle pareti spiccano le tele: alcuni organi umani carbonizzati ed esposti con il distacco tagliente del bisturi di un anatomopatologo. Bongiorno esegue l’autopsia dell’Italia – conclude Adragna - terra dei fuochi reale e metaforica. Colpevole dell’incendio divorante che rischia di bruciare anche le nostre emozioni, e insieme, le speranze”.
Per il critico d’arte Maurizio Zuccari quella descritta da Bongiorno “è un’Italia arsa dalle fiamme. Un cuore combusto rimanda all’assenza d’amore verso il prossimo, un cervello annerito alla mancanza di cultura, i polmoni affumicati all’inquinamento e, soprattutto, all’inaridirsi della fonte della vita stessa, visivamente resa tramite un utero carbonizzato. Su tutte, campeggia al centro della galleria Santandrea uno Stivale ormai carbonizzato, epicentro dell’esposizione e della poetica di questo nuovo ciclo. L’artista siculo-romano – conclude Zuccari - si fa con le sue opere specchio dei guasti d’un paese – mondo – allo sbando”.