VITERBO – Una volontà concreta di lavorare che finora si è infranta contro il muro dell’amministrazione. E’ questa la sintesi della questione Cinema Genio, come illustrata dai fratelli Ferretti, che hanno rilevato la società, e Mauro Morucci, canale di collegamento, forse anche pentito, tra gli imprenditori umbri e Palazzo dei Priori.
E’ Morucci a presentare il trailer della storia: “Tutto inizia con la delibera della Giunta Marini, era aprile 2013, che prende atto del subentro dei Ferretti nella società Teatro Genio e relativa determinazione a concedere la gestione della struttura a fronte di lavori da effettuare e con l’impegno del pagamento dei canoni di locazione lasciati insoluti dalla precedente gestione”. Dai documenti si parla di cifre importanti, 300mila di lavori, 70mila tra affitti arretrati, rateizzabili, e Tarsu, già stato corrisposto, e l’impegno a pagare un affitto di 1.000 euro mensili di canone per i primi 9 anni e 1.700 per gli altri 9 del rinnovo.
“Ci sarebbero state le elezioni a breve – aggiunge Paolo Ferretti – e non ci sembrava giusto formalizzare tutti gli impegni. Abbiamo atteso l’esito elettorale e nonostante il nostro impegno ancora aspettiamo. Il Genio non c’entra nulla con il Cine Tuscia Village, anzi, per noi è la settima sala, quella storica. Nasciamo in cinema storici noi, e in un momento dove tutte le monosale chiudono, a noi sarebbe piaciuto fare un polo culturale che riesca ad autofinanziarsi senza alcun aiuto”.La società ha iniziato ad operare facendo il minimo indispensabile, pensando ad un eventuale domani. “E’ stata necessaria la derattizzazione… - ha incalzato Morucci – e in attesa del contratto di affitto è stata presentata la domanda di riqualificazione prevista dal Plus per le attività del centro, bando dell’assessorato sviluppo economico. Quasi 50mila euro di lavori per il foyer e le pensiline esterne, con 20mila di contributo a fondo perduto. Lavori che non sono stati fatti e sono quindi andati persi perché non è stato possibile avere il contratto. Non si potevano fare i lavori senza essere certi di avere la gestione. Lo stesso è accaduto per la digitalizzazione della sala, l’avrebbe fatto la Regione Lazio a costo zero, bando andato perso per mancanza di contratto e licenza! Adesso potete capire cosa abbiamo provato quando abbiamo letto le dichiarazioni dell’assessore Barelli, per lui non eravamo mai esistiti e si riprendeva il Genio per ripristinare la legalità! Quale legalità? Forse quella dell’incontro avuto a febbraio con lui, l’assessore Delli Iaconi e il sindaco – prosegue Morucci – in cui al nostro arrivo siamo stati aggrediti verbalmente? E nonostante questo abbiamo presentato una proposta scritta che sottolineava ancora una volta gli impegni della società, proposta datata 16 marzo e mai considerata? La società ha presentato e sollecitato spesso, senza avere risposta. Ora questo clamore ha prodotto un nuovo incontro: siamo stati convocati per prossimo 9 settembre, ma i signori Ferretti non possono per impegni già presi. La prossima settimana dovremmo vederci con Delli Iaconi, il sindaco e i dirigenti preposti. Vedremo cosa scaturirà”.
In ballo anche un progetto presentato dall’amministrazione, su consiglio dello stesso Morucci, per promuovere il Genio ad Officina culturale. Centomila euro già approvati, per la metà destinati a lavori interni, come creazione uffici e altro, per il resto all’associazione che gestirebbe l’officina. Tutto fatto, tranne il bando, e sono passati mesi. Magari anche questi finanziamenti torneranno nelle casse delle Regione e la città avrebbe l’ennesima occasione persa.
Una storia confusa, fatta di progetti presentati non considerati e magari di altre idee in testa. I fratelli Ferretti, che finora nell’affare Genio hanno investito 60mila euro, sono anche pronti a farsi da parte. Saranno attenti al futuro, c’è da scommetterci, perché se ad un progetto che si prende in carico debiti pregressi e lavori e nulla chiede all’amministrazione fosse preferito altro, magari con fondi pubblici, allora ci sarebbe da fare rumore….
Teresa Pierini