ACQUAPENDENTE - "La pala d'altare ritrovata": sabato scorso, 6 agosto, si è svolta l’inaugurazione dell’evento-installazione.
La pala fu realizzata per la chiesa di Sant’Agostino tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento; della composizione originale sono rimaste la lunetta, esposta nel nostro museo civico e la parte centrale, conservata presso l’Harvard Art Museums | Fogg Museum di Cambridge (Massachussets.)
Tramite una proiezione digitale ad altissima risoluzione, è stato possibile dar vita di nuovo all’opera pittorica che ornava l’altare della chiesa aquesiana. La proiezione, realizzata in scala, restituisce l’opera nella sua composizione originale o meglio nelle sue vere proporzioni che tengono conto delle parti mancanti e cioè delle carpenterie a lato della tela centrale e della predella sottostante, scomparse nel tempo.
L’iniziativa, partita quasi un anno fa da un’idea di Cesare Goretti, si è sviluppata grazie alla collaborazione tra più strutture: “Non posso non ringraziare l’attuale Amministrazione Comunale, che ha da subito sposato il progetto, ma anche la precedente, che ci ha dato fiducia - esordisce Goretti -. I ringraziamenti vanno anche a Valentino Anselmi e all’Università degli Studi di Siena, al Consiglio Regionale del Lazio, alla Biblioteca di Acquapendente e all’architetto Renzo Chiovelli, con i quali c’è stato uno scambio di informazioni”.
Tra gli interventi anche il vicesindaco Mauro Bellavita, don Enrico Castauro, che ha fornito i dettagli sul contesto storico religioso, Valentino Anselmi, esperto della bottega senese di Benvenuto di Giovanni e del figlio Girolamo di Benvenuto, da cui proviene l’opera; moderatore della presentazione il direttore del museo Andrea Alessi, che non ha mancato di sottolineare come la nostra struttura museale nel contesto provinciale, sia seconda solo a quelle di Viterbo: “Ad Acquapendente abbiamo un enorme patrimonio storico artistico a disposizione dei visitatori, sia in termini di qualità che di quantità; si tratta di un museo di grande responsabilità, che dobbiamo valorizzare in ogni modo, seguendo il percorso già iniziato dai colleghi che mi hanno preceduto.
La riunificazione virtuale della Pala d’Altare, divisa nel 1899, restaurata in Inghilterra ed infine spedita in America presso l’Harvard Museum, è un’occasione per valorizzare uno dei tesori più importanti esposti al museo”.
L’installazione rimarrà presso il Museo della Città di Acquapendente fino al 31 dicembre 2016. Durante questo lasso di tempo saranno molti gli eventi e i convegni attorno all’opera in questione.
L’installazione è inoltre accompagnata da pannelli didattici con caratteristiche multimediali interattive, che offrono la possibilità di accedere a più livelli di approfondimento tramite connessione wifi.