Carlo, Sua Altezza Reale il principe di Galles, ammira una Pietà... "nature"

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Due arti a confronto, capaci di fondersi per dominare artisticamente nel momento più florido dell'arte italiana, il Rinascimento. Due personaggi diversissimi, con idee e capacità lontanissime uno dall'altro, in grado di unirsi per creare un sodalizio unico, duranto vent'anni. Complici la chiesa e i papi, sia Michelangelo che Sebastiano hanno vissuto e operato a Viterbo, quest'ultimo per realizzare, tra l'altro, l'immagine funebre per la cappella gentilizia di Giovanni Botonti, in San Francesco, utilizzando il "cartone" dell'amico e collega.

Parte da La Pietà quindi l'incontro tra menti incredibili pensato dal museo inglese, e rimane il rammarico di non aver potuto organizzare a Viterbo, luogo naturale per vissuto e storia, una mostra così importante.

Gli inglesi ci hanno dato una lezione... insieme a La Vergine ed il Bambino con la Maddalena e San Giovanni il Battista del Mantegna, il prestito giunto nella città dei papi e attualmente in mostra al Museo Civico Rossi Danielli.

Anzi, di lezioni ne abbiamo avute due, e la seconda fa pensare. Come pubblicato ovunque, La Pietà è esposta così come inviata, forse senza nemmeno il vetro protettivo, con una semplice cornice di contorno. Tutt'altro allestimento rispetto alla versione "disco-led" imposta per l'uscita in Sala Regia, pubblicamente contrastata da Vittorio Sgarbi e da chiunque l'abbia visitata (leggi Luci, poche, e ombre, tante, sull'esposizione di Sebastiano del Piombo). Resta da capire se il disciplinare imposto in Italia fosse eccessivo o, gravissimo se vero, se quello londinese possa diventare pericoloso per la preziosa tavola del Cinquecento. Oppure, cosa più probabile, l'ambiente al National Gallery è praticamente perfetto per la tavola. Ci sarà tempo per capire, e magari la Soprintendenza prenderà posizione.

Per ora godiamoci il glamour: tra i visitatori più illustri (vi risparmiamo, per scelta, la sfilata di amministratori viterbesi già abbondantemente anticipata "ad e da amici-barra-giornalisti"), forse il più illustre è stato sua altezza reale Carlo, principe di Galles, presente all'inaugurazione.

Da sempre innamorato dell'arte, specie quella italiana, e come dargli torto, Carlo ha ammirato le opere, tra cui La Pietà. Esperto conoscitore della Tuscia, che ha vissuto con la sua scuola utilizzando, fino a quando gli è stato possibile, Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese a Caprarola, ospite al tempo, nel 1993, del Trasporto della Macchina di Santa Rosa, ha dimostrato ancora una volta un apprezzabile legame con il territorio.

Che sia di buon auspicio, per la città e per il fiato sospeso di ogni amante della tavola spedita Oltremanica. Tutto dipenderà da come sarà veicolato il messaggio.

Dai primi post si parla di Viterbo... a nord di Roma, e questo è comprensibile, non siamo proprio la metropoli più conosciuta al mondo; anche per la Pietà le prime didascalie sui social parlano di una tavola realizzata per la chiesa di San Francesco, che storicamente è giusto, ma non accende la luce sul museo dove La Pietà tornerà da giugno.

Seguiremo l'andamento della mostra, i post, i commenti, perché il “nostro tesoro” in viaggio abbia almeno un ritorno per la città e la sue bellezze culturali.

Teresa Pierini

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